Due Messe a mezzanotte
Racconto di Luigi Vassallo
La gente arriva a frotte, con l’allegria del cenone da poco consumato e la dolce sensazione di riscoprirsi buoni. Nella chiesa, ancora in penombra, c’è già qualche vecchina in attesa. Cresce il brusio e la frenesia dei saluti e degli auguri, il tepore gioioso del ritrovarsi insieme nella veglia santa.
Le luci accese e i canti, gli occhi lucidi, le parole della consacrazione che nella notte hanno un fascino particolare, il sapore del mistero dell’incarnazione. E le dolci parole di pace che il parroco pronuncia. E le mani strette. E le barriere che cadono nella notte tra ricchi e poveri, tra chi ha consumato il cenone e chi ha mangiato in fretta.
E il Bambinello Divino poggiato delicatamente nel presepe, che sorride a tutti. Qualcuna si commuove e non si cura di bagnare la pelliccia con le lacrime. Tutti stretti intorno al parroco a fare gli auguri.
– Domattina forse andiamo a sciare.
– Fuori l’aria è fredda ma pulita.
– Venite a casa nostra a bere un cognac che ci riscaldiamo.
– Che belle parole ha detto il parroco.
– A proposito, non devo dimenticarmi domani di mandare un pacco per i poveri.
– Figurati che la bambina pretendeva un SUV per Natale, ma s’è dovuta accontentare di una moto, sì una giapponese, sai, con questa crisi.
– Io non ho sonno, perché non tiriamo fino all’alba con un po’ di baccara?.
*****
Il crocifisso che sta sulla parete lo hanno fatto con rottami di ferro. Fa molto freddo stanotte, ma un po’ ci sono abituati al freddo, stanno chiusi in fabbrica da una settimana per via della crisi e dei licenziamenti.
La paga non l’ha avuta nessuno e nemmeno la tredicesima, così hanno fatto una colletta nel quartiere e hanno comprato salame, pane, vino e qualche dolce e dopo mangeranno tutti insieme.
Le mogli hanno portato pure i bambini: un po’ cascano dal sonno e allora si stendono sui sacchi negli angoli. I giovani sono venuti con le chitarre e ora accompagnano la Messa con i loro canti. Non sorride nessuno, chissà come finirà, il padrone non vuole cedere e non vuole ritirare i licenziamenti.
– Il prete che celebra la Messa è operaio lui pure, sta nel consiglio di fabbrica, una volta i fascisti lo hanno aggredito, è stato licenziato pure lui.
– Mio marito non lo vedevo da una settimana, da quando è iniziata l’occupazione, così stanotte, che è Natale, sono venuta a stare qui e ho portato pure la Luisa che fa i capricci perché vuole la bambola ma i soldi non ci sono.
– Il prete dice che Gesù è stato povero in una grotta. Poveraccio, se la passava peggio di me che almeno ci ho una baracca che l’abbiamo messa su io e mio cognato e dentro ci dormiamo in sette, io mia moglie sua sorella il marito i due figli miei e la loro figlia che è stata messa incinta da un disgraziato e speriamo che il bambino non nasca proprio stanotte che se no diventa lupo mannaro.